Firenze

Pisa, i genitori litigano sugli spalti
Birindelli ritira la squadra, Figc lo punisce

Sabato l'allenatore degli Esordienti aveva fatto sospendere la partita dopo gli insulti nella tribunetta tra i padri dei baby calciatori di 11 e 12 anni. Gara persa a tavolino: "All'Italia manca cultura sportiva", ha detto l'ex calciatore

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"L'Italia non ha cultura sportiva. La Federcalcio ha perso un'occasione". I bambini in campo a rincorrere un pallone, i genitori in tribuna a litigare tra loro dopo che un padre aveva apostrofato un piccolo calciatore per aver sbagliato una giocata. Così sabato scorso Alessandro Birindelli, ex difensore della Juve e della nazionale, ora al settore giovanile del Pisa, aveva ritirato dal campo la sua squadra Esordienti, ovvero di bambini tra 11-12 anni. Risultato: il giudice sportivo ha inflitto al Pisa la partita persa a tavolino e un punto di penalizzazione in classifica.

"Se non si educano prima i genitori, non si potranno mai educare i figli", aveva spiegato l'ex terzino che con la maglia Juve vinse anche due scudetti. E il suo gesto di ritirare i bambini dal campo nella partita con l'Ospedalieri aveva fatto tanto più scalpore, visti gli episodi dello Juve Stadium dove pure i piccoli tifosi in curva al posto degli ultras si erano lasciati andare a cori di insulti al portiere avversario. Ma evidentemente il gesto non ha convinto la Figc territoriale a inviare messaggi diversi dalla mera applicazione del regolamento. "E' stata persa un'occasione", il commento oggi di Birindelli.

"La nostra è una categoria dove si insegna soprattutto a stare in campo e i valori dello sport - prova a spiegare l'ex bianconero - e quindi della sconfitta a tavolino e del punto in meno in classifica non mi importa nulla. Però credo che la Figc abbia perso un'occasione: è inutile proclamare il fair play solo a parole".
Ma a Birindelli, con esperienze in panchina anche all'estero, è il calcio italiano a piacere sempre meno: "E' un problema di cultura sportiva che da noi non c'è. Non si programma nulla e infatti i settori giovanili italiani producono sempre meno talenti e si vuole tutto e subito così se i risultati non vengono paga solo l'allenatore e non i dirigenti che quell'allenatore hanno scelto senza però costruire una squadra all'altezza degli obiettivi prefissati".

Malanni che avevano contagiato anche il calcio di altri Paesi, che ora però, secondo Birindelli, hanno saputo recuperare il terreno perduto: "Penso alla Francia e alla Germania che dopo una fase di appannamento hanno saputo reinvestire in stadi, centri sportivi e giovani e ora vantano campionati più floridi economicamente e risultati di prestigio anche a livello internazionale. Noi siamo il Paese con la più alta concentrazione di agenti Fifa ma a livello internazionale le nostre squadre fanno grande fatica. Per non parlare di ciò che avviene nelle curve dei nostri stadi, dove anche i bambini, imparando dagli adulti, altro non sanno fare che insultare gli avversari".