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Esteri

Snowden, il lacchè di Putin?

Ansa
Ansa 

Dopo aver partecipato a quella che credo si possa pacificamente chiamare la pagliacciata della "conferenza stampa con il popolo" di Vladimir Putin della settimana scorsa, Edward Snowden ha voluto precisare i motivi della sua domanda al leader russo in un editoriale sul Guardian.

L'eco di quella spiegazione/giustificazione ancora provoca strascichi e polemiche negli USA con molti, anche tra i suoi sostenitori, che non hanno giudicato positivamente quella decisione. Ne hanno ben donde.

Vediamo però cos'ha chiesto Snowden a Putin: "Does Russia intercept, store, or analyze in any way the communications of millions of individuals? And do you believe that simply increasing the effectiveness of intelligence or law enforcement agencies can justify placing societies, rather than subjects, under surveillance?". (La Russia intercetta, conserva o analizza in qualsiasi modo le comunicazioni di milioni di individui? Lei crede che semplicemente aumentando l'efficacia dell'intelligence o delle forze dell'ordine si possa giustificare mettere intere società, invece che singoli, sotto sorveglianza?").

E vediamo cosa ha risposto Putin: "Of course, we know that criminals and terrorists use technology for their criminal acts and of course the special services have to use technical means to respond to their crimes. But we don't have a mass-scale, uncontrollable efforts like that...Our special services...are strictly controlled by the society and the law, and are regulated by the law" (Naturalmente, sappiamo che i criminali e terroristi usano la tecnologia per le loro azioni e, naturalmente, i servizi speciali devono usare mezzi tecnologici per rispondere a questi atti. Ma non abbiamo alcuno sforzo su scala massiva e incontrollabile... i nostri servizi speciali... sono strettamente controllati dalla società e dalla legge, e sono regolamentati dalla legge).

Diciamo che di per sé la risposta di Putin avrebbe potuto essere quella che qualsiasi capo di governo avrebbe dato a una domanda del genere (e il genere della domanda è quello che una volta si sarebbe considerato "retorico"). Quindi niente male: nessun governo ammetterebbe pubblicamente di spiare i propri cittadini a seguito di una domanda a una conferenza stampa. Il problema è che la risposta di Putin viene data in ore in cui il suo governo ammetteva di aver inviato delle truppe armate e in divisa non riconoscibile a occupare alcune zone strategiche di uno stato sovrano, l'Ucraina e dopo che le autorità di Mosca non avevano smentito l'esistenza di operazioni di spionaggio elettronico pre manifestazioni sulla EuroMaidan col malware "oroboro" ai danni di parlamentari e organizzazioni non-governative di Kiev.

A luglio dell'anno scorso, polemicamente, avevo scritto qui un post dal titolo Ma davvero volete dare l'asilo a Snowden? perché ritenevo, e ritengo, che l'importanza della lotta per la ricerca ed emersione delle verità denunciate dall'ex analista della NSA meriti anche l'assunzione di responsabilità "penali" tipiche del militante nonviolento.

All'epoca, come recentemente su il Foglio, mi attirai commenti poco lusinghieri.

Non ho cambiato opinione.

Anzi, se possibile, ritengo che non voler esser fritto nella padella di casa propria per andare a cadere nella bracie del nemico per antonomasia di ciò che si denuncia non può far altro che dar forza nuova al falò delle vanità e delle libertà. Speriamo in un ravvedimento operoso del benemerito Snowden.

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